Il Documento programmatico di bilancio prolunga di un anno le agevolazioni per ristrutturazioni ed efficienza energetica: 50% per la prima casa e 36% per le altre abitazioni.
Anche nel 2026 chi decide di ristrutturare casa o migliorare l’efficienza energetica del proprio immobile potrà contare sulle detrazioni fiscali già in vigore nel 2025. Il Documento programmatico di bilancio (DPB), trasmesso dal Governo alla Commissione europea e al Parlamento, conferma la proroga dei bonus edilizi alle stesse condizioni attuali: detrazione del 50% per gli interventi effettuati sulla prima casa e del 36% per quelli realizzati su altri immobili abitativi.
Si tratta di una misura-ponte in attesa della riforma complessiva degli incentivi per la riqualificazione edilizia che il Governo prevede di ridisegnare nel triennio 2026-2028. Senza questa proroga, dal 1° gennaio 2026 le percentuali sarebbero scese rispettivamente al 36% e al 30%, come stabilito dal precedente regime a scalare introdotto nel 2024.
La proroga riguarda i due strumenti principali di sostegno al settore edilizio:
L’agevolazione continuerà ad applicarsi su una spesa massima di 96.000 euro per unità immobiliare, con detrazione ripartita in 10 rate annuali di pari importo. Restano invece sospese le opzioni alternative dello sconto in fattura e della cessione del credito, già bloccate dal Decreto Legge 39/2024, salvo che per i lavori iniziati prima del 29 marzo 2024.
Requisiti per accedere ai bonus 2026
Per usufruire della detrazione del 50%, il beneficiario deve:
Chi effettua lavori su seconde case, abitazioni in affitto o immobili concessi in uso gratuito potrà invece beneficiare dell’aliquota ridotta del 36%. Come in precedenza, il pagamento dovrà avvenire tramite bonifico parlante e i lavori dovranno essere regolarmente documentati con fatture, ricevute e permessi edilizi laddove previsti.
Rientrano nel perimetro dei bonus edilizi 2026 gli interventi già previsti dalla normativa vigente, tra cui:
Spese detraibili: cosa si può includere nel calcolo
Uno degli aspetti più interessanti delle agevolazioni riguarda l’ampia gamma di spese ammesse alla detrazione, che non si limita ai soli lavori materiali. Oltre ai costi di manodopera e materiali, infatti, sono detraibili anche:
È importante ricordare che la detrazione si calcola sull’importo complessivo delle spese sostenute e documentate, fino al tetto massimo di 96.000 euro per unità immobiliare, e si applica indipendentemente dalla tipologia di impresa esecutrice, purché in regola con la normativa fiscale e contributiva.
Secondo le prime stime del MEF, il mantenimento delle aliquote attuali comporterà un costo per lo Stato di circa 1,5 miliardi di euro nel 2026: circa un miliardo per il bonus ristrutturazioni e mezzo miliardo per l’ecobonus. Un impegno economico consistente, ma considerato indispensabile per evitare una frenata improvvisa nel comparto delle costruzioni, già provato dal progressivo ridimensionamento del Superbonus. La proroga, dunque, si inserisce in una strategia più ampia di transizione graduale dagli incentivi straordinari degli ultimi anni verso un sistema più sostenibile e stabile, che continui a stimolare investimenti privati nella manutenzione e nel miglioramento del patrimonio edilizio esistente.
Per tutto il 2026 i contribuenti potranno ancora contare su detrazioni del 50% per i lavori effettuati sulla prima casa e del 36% per gli altri immobili. Le regole restano sostanzialmente invariate: limite di spesa a 96.000 euro, ripartizione in 10 anni, niente sconto in fattura o cessione del credito (salvo eccezioni). Un’occasione utile per chi vuole migliorare la qualità della propria abitazione, incrementarne l’efficienza energetica o semplicemente mantenerne il valore nel tempo approfittando di una delle poche agevolazioni fiscali che, almeno per ora, restano stabili e accessibili.