Dal 10 ottobre 2025 entra in vigore la Legge 132/2025 che regola l’uso dell’IA nelle professioni tecniche e introduce nuovi obblighi di trasparenza verso i clienti. A partire da quella data, con l’entrata in vigore della Legge n. 132/2025, l’intelligenza artificiale entra ufficialmente nel quadro normativo italiano che disciplina le professioni tecniche. La nuova legge riconosce l’IA come uno strumento di supporto al lavoro dei professionisti, ma ribadisce un principio chiaro: giudizio e responsabilità restano umani.
Il cliente, inoltre, dovrà essere informato in modo esplicito e comprensibile sull’eventuale utilizzo di strumenti basati su intelligenza artificiale durante le fasi di progetto o consulenza.
Una normativa per un uso etico e controllato dell’IA
La legge si inserisce nel percorso tracciato dal Regolamento europeo (UE) 2024/1689, con l’obiettivo di favorire uno sviluppo dell’IA coerente con i valori di trasparenza, sicurezza e centralità della persona.
L’approccio è chiaro: la tecnologia deve servire l’uomo e non sostituirlo. Garantisce, così, che le decisioni finali rimangano sempre sotto controllo umano, anche nei settori più tecnici come l’ingegneria, la progettazione o la ricerca.
Innovazione sì, ma sotto supervisione umana
La Legge 132/2025 promuove l’uso dell’intelligenza artificiale come strumento di affiancamento ai processi professionali, tutelando al contempo il valore intellettuale e decisionale del tecnico.
Tra i punti cardine della norma figurano:
I principi guida: trasparenza, proporzionalità e sostenibilità
Ogni attività di sviluppo o impiego di sistemi di intelligenza artificiale dovrà rispettare una serie di principi fondamentali:
Inoltre, i sistemi di IA dovranno essere spiegabili e permettere in ogni momento l’intervento umano, per assicurare il controllo sulle decisioni automatizzate.
IA e informazione tecnica: correttezza e chiarezza verso gli utenti
Quando l’IA viene utilizzata per elaborare o diffondere contenuti di natura tecnica, la legge impone standard elevati di obiettività e correttezza. Le informazioni dovranno essere trattate in modo lecito, trasparente e comprensibile e gli utenti avranno il diritto di conoscere le modalità di funzionamento dei sistemi automatizzati con la possibilità anche di negare il consenso al trattamento dei propri dati.
Coordinamento con il quadro europeo
La nuova legge si integra pienamente con il Regolamento (UE) 2024/1689. Entro dodici mesi, il Governo sarà chiamato ad approvare i decreti legislativi attuativi per:
- allineare definizioni e concetti tecnici al linguaggio europeo;
- attribuire alle autorità nazionali funzioni di controllo e sanzione;
- aggiornare la disciplina sulla responsabilità civile legata all’uso dell’IA.
L’obiettivo è costruire un sistema normativo coerente, in grado di offrire certezze operative ai professionisti e alle imprese che scelgono di integrare l’IA nel proprio lavoro.
Professioni intellettuali: l’uomo resta al centro
Particolare attenzione viene riservata alle professioni intellettuali, come architetti, ingegneri, geometri e progettisti. L’articolo 13 della legge stabilisce che l’IA può essere impiegata solo come supporto tecnico: analisi strutturali, simulazioni ambientali, modellazioni 3D o ottimizzazioni dei processi progettuali possono avvalersi dell’automazione, ma la valutazione tecnica e creativa rimane prerogativa del professionista. Per mantenere il rapporto di fiducia con il cliente, il tecnico ha l’obbligo di dichiarare se e come ha fatto uso dell’IA; garantire che il contributo umano resti prevalente rispetto a quello dei sistemi automatizzati. Questa disposizione introduce un nuovo principio deontologico di trasparenza, che rafforza la responsabilità etica e professionale del tecnico.
Formazione e compenso: cosa prevedono i decreti attuativi
Tra i prossimi passi, i decreti attuativi introdurranno percorsi di formazione digitale promossi dagli ordini professionali, per diffondere competenze sull’uso consapevole dell’IA; criteri aggiornati per l’equo compenso, che tengano conto delle nuove responsabilità legate all’impiego di strumenti automatizzati. Sono misure pensate per accompagnare una transizione tecnologica equilibrata, in cui l’innovazione valorizza il sapere umano senza ridurlo.
Un’IA al servizio della qualità progettuale
In sintesi, la Legge 132/2025 definisce un quadro normativo che mette al centro competenza, trasparenza e controllo umano. L’intelligenza artificiale entra così nel mondo delle professioni come strumento di supporto intelligente, capace di potenziare le capacità del tecnico senza snaturarne il ruolo. L’obiettivo finale è chiaro: un’innovazione che migliori la qualità del lavoro e dei progetti, mantenendo la centralità del pensiero umano in ogni decisione.